lunedì 12 aprile 2010

La ragazza delle arance - l'arte di "carpare il diem".

La ragazza delle arance corre, corre, lungo la città deserta...
Deserta eppur viva, deserta eppur affollata, come solo la città di sabato notte sa essere...
E mentre corre, corre ad una velocità disperata! la ragazza delle arance pensa. Ma prima di pensare apre il cuore...
Lascia che il sangue delle ferite vecchie e nuove fluisca,
lascia che ciò che resta delle ferite vecchie e le ferite nuove vengano lavate dal profumo bello delle notti d'aprile, con le loro stelle limpide.
La ragazza delle arance sta tornando a casa, eppure è da casa che viene.
Quattro pareti distinte, che l'hanno coccolata e accolta come se fosse sempre stata lì, come se lì fosse nata. Che l'hanno fatta sentire a casa e di casa. Parte di una famiglia...
Credeva di essere un fattorino, la ragazza delle arance, e nulla più... Giusto l'unica in grado di portare una moltitudine di carichi a destinazione senza rovesciarsi.
Consegna tutto, e poi ritorna indietro...
E invece indietro la ragazza delle arance non è tornata...
é stata accolta con un sorriso e un abbraccio, da anime che nulla chiedono, ma tanto notano. La ragazza delle arance avrebbe solo voluto dormire... Forse perchè a volte si pensa che il sonno sia la miglior cura. E invece ha trovato molto di meglio che poche ore di sonno inquieto... é riuscita a chiudere dietro la porta ogni preoccupazione, ogni pensiero...
Accolta a braccia spalancate e occhi chiusi, senza domande ma tanta capacità di guarire, ogni cosa...
E così la ragazza delle arance ha vissuto la sua favola bella, anche per questa sera, quella favola bella che è la vita, e non può rimpiangere nulla...

Ha "carpato il diem", ancora una volta, saltando al volo su un treno che passa e che porta con sè un dolce e buon profumo...
E adesso corre, corre perchè è tardi, corre ed è sola, sola nel buio, ma sa che sola, sola per davvero, non lo sarà mai.


E della notte non vedi il buio ma la luce delle stelle...

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