sabato 26 giugno 2010

Happiness has no name

Scrivo qui, scrivo ancora…
Sono a casa, da sola, ascolto la mia musica… O meglio: è una settimana circa che sento sempre la stessa canzone… Anche se so che questo potrebbe già fornirvi un motivo valido per ricoverarmi, ragazzi miei… Io ora realizzo una cosa: sono stanca, sì… Perché è periodo d’esami, e il periodo d’esami mi stanca anche se gli esami non li devo fare io… :P
Però… Però c’è sempre un però grande quanto come una casa: sono felice… Di quella felicità che non è urlata, perché non va urlata, di quella felicità che è silenziosa gioia, quella che puoi provare solo stando in piedi un’ora al crepuscolo in borgo, ai piedi della lavandaia, a guardare il cielo carico di pioggia e di tramonto che assume ogni sfumatura di colore… Lasciandoti bagnare dalle gocce di pioggia… Incurante dell’acqua, incurante di ciò che il cielo porta con sé… Libera di essere te stessa… Respirando pace, sola al centro del mondo, urlando Amore al centro del mondo… Perché ci sono dei momenti in cui la tua anima respira pace, e solo pace… Quei momenti in cui anche a te è concesso fermarti, in cui anche tu puoi chiudere gli occhi, e chiudere i pensieri fuori da quella bellissima casa che è il cuore… Momenti in cui l’anima respira, e lieve danza… Attimi che danno respiro a te, che rigenerano il tuo giovane cuore… E che speri possano rigenerare anche le anime che porti con te… E speri con tutto, il cuore, che la tua buonanotte, stanotte, possa arrivare anche a loro (vedi vecchio post…)…
Lovely day…
Quella felicità che puoi essere solo essendo te stessa… Senza remora alcuna… Senza il timore di non essere accettata…

martedì 22 giugno 2010

... smiiiiile!!!!!!!!

La gioia della speranza!! La gioia di vedere di nuovo il sorriso sul volto di qualcuno che ormai non ci sperava più!!! La gioia di vedere il mondo vivere, e sorridere... E sentirsi parte di un tutto, con un sorriso lieve in più sulle labbra...


Per viaggiare basta incantarsi innanzi a un cielo grigio,
in quell'istante che non è tramonto e non è alba...
Anima incurante delle gocce di pioggia,
dell'altrui giudizio
anima alla ricerca di se stessa.


"se hai sbagliato è uguale
anche se adesso fa male
se hai amato
e l'amore non è mai un errore"

domenica 20 giugno 2010

Se cerchi di cambiare il mondo, tieni da conto che il mondo vorrà cambiare te.

Eccomi qua.
Stanca, delusa, forse un po' più disillusa. Ma no, mi conosco, e so che non durerà. Non durerà, complici le mie tante persone che mi coccolano ogni giorno, quasi fossi un fiore raro.
Lo so già, con due chiacchiere al momento giusto, e un aperitivo preso fregandosene del tempo avverso, passerà.
Passerà, perchè per me è già passata, perchè non nutro rancore, perchè non ne ho mai nutrito. Però fa ugualmente male. Dannatamente, disgraziatamente male.
Per una che crede nell'Amore sopra ogni cosa, fa dannatamente male.
Fa male vedere che ogni tua azione è messa sotto accusa, vedere che chi ti circonda è pronto a cogliere ogni tua virgola per avercela con te.
A questo punto, potrei dire Maledetto il giorno che t'ho (v'ho) incontrato. (questa frase l'ho già sentita XP)
Ma non lo dirò. Lo direi se nutrissi rancore.
Il mio concetto di amicizia e amore (nel più ampio senso inteso) è così frainteso?
Io potrei vivere dei ricordi degli ultimi due anni, e solo di quelli. Potrei chiudere le porte al mondo, e vivere solo di lavoro, o fregarmene un po': se vuoi farti vivo, prego, altrimenti non m'interessa.
Ma no.
Perchè voglio crescere.
Voglio essere me stessa.
E detto in due parole: voglio vivere.
Non ho assolutamente intenzione di perdermi neanche un istante.
Pensandoci, quando ho scelto di esser sempre sincera, sempre me stessa, avevo messo in conto anche questo. Anche il fatto che prima o poi sarei stata fraintesa, che qualcuno prima o poi mi avrebbe senza dubbio sfruttata; che per ogni legame formato qualcun altro si sarebbe potuto incrinare...
Avevo messo in conto eventuali sofferenze, eventuali ferite.
Le avevo messe in conto, e le avevo accettate perchè sapevo.
Cosa sapevo? Che era solo un prezzo irrisorio per mille momenti di felicità.
Alla mia felicità sono andata incontro a braccia aperte, senza tirarmi indietro mai.
Sono andata incontro alla vita, convinta che ogni momento abbia il suo perchè, e che dobbiamo lasciarci guidare dalla vita.
La mia coscienza è perfettamente a posto (sempre per non ripetersi... Scusa, se passi da queste parti XP) e questo basta.
Ma ciò non toglie che faccia male.
Fa male l'egocentrismo, la presunzione, l'arroganza.
Fa male vedere persone con cui c'era un certo legame, denigrarti (anche se indirettamente).
Fa male la critica ad ogni costo.
Fa male l'egoismo.
E un'altra cosa, quella che fa più male di tutte.
Fa male la consapevolezza che mi dovrò scontrare con persone che hanno un pezzo della mia anima. E questo, sopra ogni cosa, fa piangere la mia anima e sanguinare il mio cuore. Lo so già, che questo rapporto prima o poi finirà, perchè così non potrà durare. So che dovrei fregarmene, come chiunque farebbe, so che non dovrei dare peso alle parole di persone che a me hanno chiuso il loro cuore, troppo prese da loro stesse. Ma non riesco assolutamente, a fregarmene. Ho sempre detto che, se formi un legame con me, quel legame sarà per sempre. E, se io formo un legame con te, io dono a te un pezzo della mia anima. Senza rivolerlo indietro mai... Perciò, un legame mio con te sempre ci sarà... E se tu vorrai continuare a curare la mia anima, ne sarò felice. Se invece la lascerai in un angolo buio, ne soffrirò; ma non per questo ti volterò le spalle, nè chiuderò il mio cuore, perchè il mio cuore è e sarà sempre aperto.

Ricordati una cosa:
se cerchi di cambiare il mondo, tieni da conto che il mondo vorrà cambiare te.

mercoledì 16 giugno 2010

Strade, destini e serate

Ci sono dei momenti in cui a volte vorresti, in cui a volte non sai... Quei momenti in cui capisci che la tua vita è tua, certamente, ma è legata a doppio filo con così tante esistenze che non può fare a meno di influenzarle... In nessun modo potrebbe essere altrimenti, in nessun modo tutto questo potrebbe essere più magico e meraviglioso di quanto di fatto è...

A lungo ho cercato la mia strada, a lungo ho rincorso la mia vita pensando che fosse chissà dove, e invece era lì, e io ero così vicina... Ma io guardavo da un'altra parte, credevo di guardare lontano. E invece vedevo così poco...
Non capivo, non cercavo. Non volevo neanche vedere, quanto di bello e meraviglioso era intorno a me...
Guardandole dall'esterno, senza esserci mai passato, uno direbbe che sono frasi fatte, che vengono dette sempre le stesse cose, e invece, quanto s'impara crescendo...
Impari che la vita è fantastica per quella che è, impari a fidarti, impari a buttarti.
Io ora sto ascoltando la mia musica, quella che è stata scelta per me da chi mi vuole bene, tanto tanto. La ascolto e mi rendo conto che nessuno dei momenti che sono stati ha perso significato, sono tutti lì, con la loro immensa e infinita sacralità. I momenti di silenzio, i momenti di allegria e quelli in cui invece non avevi poi granchè da dire.
Io adesso realizzo che quei momenti sono stati tutti magici, dal primo all'ultimo, così come tutti i momenti che sto vivendo adesso sono magici, al pari.
Adesso sento la mia musica, penso alle mie anime... E nulla chiederei di più.
Penso al destino, penso a Chi controlla il nostro tempo, i nostri istanti rubati alla folle corsa del mondo...
Penso a Chi decide di noi, perchè non riesco e non posso pensare che tutto a questo mondo è casualità...

giovedì 10 giugno 2010

... destino...

A volte, pensi al destino… A quanto a volte gli incontri fortuiti possano diventare importanti… Pensi, che potresti essere in mille posti diversi anziché qua, e pensi anche che forse tutto è già stato scritto, altrimenti nulla potrebbe essere come è, se il mondo fosse solo casualità…
Siamo miliardi a questo mondo, ma in base a quale imperscrutabile legge in questo momento io sto con te e tu stai con me?

Parti a pensare dalle cose “più grandi”… Perché, se solo io non fossi andata a scuola quell’anno avanti, molte delle persone con cui vivo quotidianamente non le avrei mai neanche conosciute… O forse sì, chi lo sa.

Se non avessi detto “tentiamo”, anche se più per inerzia che per altro, non avrei mai visto le sconfinate pianure russe… Non avrei mai conosciuto tante persone, non avrei mai cominciato a CAMBIARE…

E la via del cambiamento non è breve, non è mai facile, e nessuno ha mai detto che lo sia… Ma grazie a Dio che esiste!!!!!!!!!!!!!!!!!! Grazie, e grazie veramente…

Ma non sono solo le cose grandi, che ti fanno pensare… Sono anche le piccole coincidenze, quelle cose a cui non pensi neanche e che invece, a volte, si rivelano essere così importanti…

Un giorno puoi uscire in ritardo, un altro invece va a finire che sei in cronico anticipo… Un giorno decidi di muovere i tuoi passi in una direzione, un altro invece decidi di fare altro… E con questo cambiano le persone che incontri, le persone, quelle anime che sono il cuore della nostra vita… Cambiano le coincidenze… Che, a volte, a pensarci, restano un mistero…

Io non credo che a questo mondo tutto possa essere casualità, credo semmai nel destino, e in Qualcuno che veglia sopra di noi…

Credo che questo mondo funzioni ad Amore…

Amore, e null’altro che Amore, muove questo mondo, e allo stesso modo muove noi… Quello che facciamo, che diciamo… Quello che doniamo… Da null’altro che amore è dettato…

Amore è ciò che ci fa camminare a passi lievi, un lieve sorriso sulle labbra, lasciandosi guidare da nient’altro se non dalla strada, da nient’altro se non dai nostri stessi passi…

E così cammini, e così vai, e ti ritrovi a cantare camminando, e ti ritrovi a sorridere, e senti l’eterno nei momenti…

Canti lievi parole dolci, e null’altro importa se non che a questo mondo siamo tutti parte di un tutto, di un Eterno che ci circonda…

Di un eterno che cos’altro potrebbe essere se non Amore?

Amore inteso nel più ampio senso del termine, Amore che vuol dire voler bene, e abbracciare tutto l’Universo con uno sguardo e un sorriso soli, Amore che abbraccia le mie anime care e le tiene strette, senza lasciarle andare mai. Amore che non lascia soli, mai…

Amore che è un abbraccio un sorriso una risata una lacrima. Uno sguardo…

sabato 5 giugno 2010

Sai. (la mia Medicina...)

Sai.

È un pomeriggio di giugno. Come tanti altri, forse me lo ricorderò, forse no, ma chi lo sa. Sta di fatto che ogni giorno ha la sua indistruttibile bellezza, è giusto che sia così, è bello che sia così.
Sai.

Pensavo al mio domani, oggi.

Pensavo a quanta gente sfiduciata c’è a questo mondo… Quante persone vedono un futuro molto, molto ristretto innanzi a loro.

Ho la fortuna di vedere il mondo innanzi a me.

Quando la mattina apro gli occhi, vedo un mondo di infinite possibilità, luoghi, occasioni, incontri. Io faccio quello che faccio non perché non ho altra scelta. Non perché è la quotidianità che me lo impone. Non perché è la cosa più facile da fare, o perché credo che quella strada sia stata già tracciata innanzi a me.

Faccio quello che faccio perché ci credo veramente.

Sai.

Ieri sono arrivata di corsa in Maugeri… Di corsa perché sono tornata a casa a bere il caffè, e tra una chiacchiera e una dispensa di scienze dell’alimentazione dimenticata, ho fatto un po’ tardi (che poi, per me fare tardi vuol dire arrivare giusta e non con il classico anticipo di mezz’ora). Ho parcheggiato con una manovra sola, sono saltata giù, ho raccattato di corsa camice e fonendo, e senza neanche metterli in borsa, ho cominciato la mia corsa verso il reparto di Medicina dello Sport (repartone, mi direte voi. Ma al secondo anno, che volete di più dalla vita?). Camminavo veloce, per quei corridoi che sembrano sempre troppo grandi, stringendo forte camice e fonendo malamente imbustati, schivando barelle, la borsa ancora stracolma dall’Ospedale dei Pupazzi sulla spalla, le chiavi della macchina appese a un dito, gli occhiali da sole in mano. Vogliamo vederla oggettivamente? Ecco a voi: ero di fretta, avevo caldo, non avevo neanche avuto il tempo di sciacquarmi la faccia, ero carica come Babbo Natale (anche se questo ormai è la norma, dalle mie parti…!!! XD), aprivo i maniglioni antipanico a spallate, per mancanza di mani libere, e probabilmente ero anche un po’ ridicola… Ma, mentre camminavo, non pensavo a tutto questo. Non lo realizzavo neanche. Pensavo al fatto che entrare in Maugeri, o in Santa Margherita, mi ha sempre fatto un’impressione strana. Un’impressione bella e splendida. Di serenità e tranquillità. Sensazioni che derivano dal fatto che io sto entrando in un posto che è il MIO posto. È il posto che io occuperò nel mondo… Ed è quello giusto, perché non potrebbe e non potrei essere nulla di diverso. È un sentimento strano… Senti di essere il giusto pezzo del puzzle messo al posto giusto… Certo che… Uno si chiede come si fa a fare medicina? Sei anni di studio… Ti laurei e non sei nessuno! Ancora cinque di specialità. Se ci pensi, ti convinci che sia una cosa per pochi eletti illuminati. Io sinceramente con una bella dose di incoscienza non ci pensavo, quando con una determinazione che ancora mi chiedo come e da dove ho tirato fuori, ho messo quelle due crocette di numero… Ai tempi non ci pensavo, no. Ai tempi ho eliminato ogni pensiero, sostituendolo con “Quella è la tua strada, e c’è un muro che la sbarra… Bene, è inutile girarci attorno per cercare la porta, bisogna prenderlo a testate finchè non cade”. Ma adesso, se ci penso, capisco che non è una cosa per pochi eletti illuminati (anche perché, io non sono mica un genietto!!! Su di me nessuno scommetterebbe una cicca, al primo sguardo… XD). Sì, ci sono i momenti in cui non ti passa più… Non ti passano più le pagine del libro di fisiologia, sei stufa di pensare sempre e comunque che non sai una mazza anche se stai studiando da una vita, sei stufa di girare con dei libroni immensi che ti spaccano la spalla ogni giorno… Però poi entri in ospedale, entri in reparto, metti il tuo camice, fonendo al collo. E non si sa per quale strana ragione, ti senti al tuo posto, e in pace col mondo. Cosa potrebbe chiederti altro, il mondo? Sei al tuo posto, e sei felice di esserlo… E non si sa come, se passi un pomeriggio in ospedale, quella non è mai una giornata che “è cominciata male e finirà peggio”, ma, se è cominciata male, finirà meglio. Sono una pischella del secondo anno, e tantissime cose mi risultano incomprensibili; a volte, sotto il camice, penso anche che forse sono cose che dovrei sapere, e che so troppo poco, pur studiando “tanto”… Però, non si sa come, niente di tutto questo riesce a demoralizzarmi, fare “il lavoro col camice” è qualcosa di infinitamente motivante; ci può essere la timidezza dell’inizio, senz’altro, la paura di sbagliare, in poche parole la paura di essere chiamata “dottoressa” indebitamente, senza meritarlo… Però poi sei lì, e non fa niente anche se sei fisicamente a pezzi, non lo senti neanche, cerchi di assimilare quanto più puoi, e che ti serva e che ti aiuti… E quando esci, e respiri di nuovo l’aria fresca di quello che ormai è il tramonto, sospiri… E ad un certo punto realizzi che stai bene!! Tutta la stanchezza di prima, sembra essere svanita con un soffio, ne rimane solo un ricordo addolcito…

martedì 1 giugno 2010

Ospedale dei Pupazzi (parentesi felice...)

Volevo aprire una parentesi su quella parentesi felice che è stata domenica pomeriggio…

La bellezza di vedersi in camice, di stare in piedi e correndo tutto il giorno, senza fermarsi mai, stando dietro a tanti, tanti bambini… La bellezza di stare con persone che la pensano come te, la bellezza di essere lì… E alla fine senti le gambe che da un momento all’altro potrebbero cedere, ma se fosse solo il cuore a decidere, allora staresti ancora in giro, tanto tanto… Senti nell’aria quel profumo buono di maggio, perché per ignoti motivi maggio è un mese fantastico, con un profumo tutto suo particolare… E, alla fine, senti di non aver sprecato neanche un solo momento… E per questo motivo ti senti realizzata… Ti senti felice, per un istante pace col mondo, infinita armonia e felicità, un sorriso infinito e silenzioso, per dire Grazie a questi bimbi, alle loro mamme in bici, ai loro pupazzi, al loro entusiasmo e spontaneità, al loro guardarti con i loro occhioni, al loro dire Mamma guarda, è la dottoressa che è venuta a scuola a parlarci, al loro prenderti per mano, al loro fidarsi… Grazie a Dio, perché sono un dono di Dio, e hanno una scintilla di vita viva ed evidentissima in loro… Vita che ti rigenera! Che cancella ogni stanchezza dal cuore, lava e cura dolcemente ogni ferita… E improvvisamente in quelle cinque ore dimentichi ogni altra cosa, sei lì per loro e loro sono lì per te, con i loro pupazzi, e null’altro è importante se non questo, e non importa il giudizio delle persone che non apprezzano, non importa la stanchezza delle gambe, non importa tutto quello che è al di fuori di quelle transenne, non importa la persona che gli altri si aspettano che tu sia al di fuori di quel camice… Da quando entri in quelle transenne, fino a quando aprirai (purtroppo) la porta di casa, sei semplicemente tu. Un pupazzologo, che sta bene con le persone che lo circondano per il semplice motivo che tutti, col loro camice, lì dentro, sono animati dalla stessa volontà. E solo questo importa… Il nostro legame, resterà per la vita!! Perché abbiamo camminato per le strade di Pavia col camice, perché ci siamo messi in gioco e abbiamo preso seriamente il nostro gioco, convinti che dal poco può nascere il molto, e che dentro di noi ancora c’è una scintilla di felicità e ingenuità non corrotta dai mali del mondo…
E arriva la bambina con cinque pupazzi, e arrivano i bimbi che seguono la mucca che non si è sentita bene, e c’è chi ti chiede se il fonendo è vero o è giocattolo, e c’è il bimbo timido, quello che non ha il suo pupazzo, quello che fa il giro tre volte… E poi ci sono le mamme e i papà… “Ogni genere di umanità”, diceva Ale, giusto? Ed è vero… Negli asili come qua... E ti ritrovi a spiegare l’iniziativa, a parlare con persone adulte, ed è tanto bello sentire persone grandi che ti dicono Tutto l’anno dovrebbero esserci queste iniziative, è bello sorridere alle mamme, salutare i loro bimbi, quando vanno via… è bello fare gruppo, aiutare… Essere duttili e malleabili, adattabilissimi a correre qua e là, a inventarsi un’operazione senza né un bisturi né una pinza né una clamp, e usando in alternativa una siringa giocattolo e un abbassalingua, pronti a steccare zampine di cagnolini, gambe di bambole, e quant’altro; riuscire ad estrarre per davvero una chiave dal pancino del cagnolino senza farsi sgamare dalla bimba attenta… Ma soprattutto: va di moda, adesso, mangiarsi le sveglie? XP

È così bello… Poi chiudere, mettere a posto, girare ancora col camice, è finito il tempo di giocare ma è stato magico, e ora godiamoci il riposo… E così ti ritrovi a bere anche tu i succhi dell’EuroSpin, a spostare transenne e chiudere tavoli… E ti ritrovi col Minima Medicamenta in tasca, e poi sei lì a giocare, a lanciarti le penne del SISM, e poi arriva il momento delle telefonate, di parlare alle persone che davvero ti vogliono bene, e ti amano per quella che sei, senza avere la pretesa di cambiarti… Persone che vogliono sapere com’è andata… Ed è bellissimo, mentre chiacchieri in maniera più o meno sconnessa, essere ancora l’unica col camice, e sentirsi dire Che bella che sei, ancora col camice! E passeggiare col fonendo al collo, e il telefono in mano, e mentre parli chiedere Di chi è questa borsa, salutare le signore e i bimbi che sono venuti, ridere e far ciocco, e poi lanciare tutto in macchina… E chi lo sa il mondo cos’ha pensato… E poi andare a mangiare una pizza, e sentire il “discorso di ringraziamento”, e chiacchierare del più e del meno, con tanto di foto di gruppo finale ai magici pupazzologi, alla fresca aria delle notti di maggio…
Aria che non può portare altro che bene…

E non importa quello che accadrà una volta varcata nuovamente la porta di casa, importa solo che sono queste le cose luminose della vita, sono queste le atmosfere magiche che ti uniscono, che curano la tua anima e le danno speranza e amore…