martedì 1 giugno 2010

Ospedale dei Pupazzi (parentesi felice...)

Volevo aprire una parentesi su quella parentesi felice che è stata domenica pomeriggio…

La bellezza di vedersi in camice, di stare in piedi e correndo tutto il giorno, senza fermarsi mai, stando dietro a tanti, tanti bambini… La bellezza di stare con persone che la pensano come te, la bellezza di essere lì… E alla fine senti le gambe che da un momento all’altro potrebbero cedere, ma se fosse solo il cuore a decidere, allora staresti ancora in giro, tanto tanto… Senti nell’aria quel profumo buono di maggio, perché per ignoti motivi maggio è un mese fantastico, con un profumo tutto suo particolare… E, alla fine, senti di non aver sprecato neanche un solo momento… E per questo motivo ti senti realizzata… Ti senti felice, per un istante pace col mondo, infinita armonia e felicità, un sorriso infinito e silenzioso, per dire Grazie a questi bimbi, alle loro mamme in bici, ai loro pupazzi, al loro entusiasmo e spontaneità, al loro guardarti con i loro occhioni, al loro dire Mamma guarda, è la dottoressa che è venuta a scuola a parlarci, al loro prenderti per mano, al loro fidarsi… Grazie a Dio, perché sono un dono di Dio, e hanno una scintilla di vita viva ed evidentissima in loro… Vita che ti rigenera! Che cancella ogni stanchezza dal cuore, lava e cura dolcemente ogni ferita… E improvvisamente in quelle cinque ore dimentichi ogni altra cosa, sei lì per loro e loro sono lì per te, con i loro pupazzi, e null’altro è importante se non questo, e non importa il giudizio delle persone che non apprezzano, non importa la stanchezza delle gambe, non importa tutto quello che è al di fuori di quelle transenne, non importa la persona che gli altri si aspettano che tu sia al di fuori di quel camice… Da quando entri in quelle transenne, fino a quando aprirai (purtroppo) la porta di casa, sei semplicemente tu. Un pupazzologo, che sta bene con le persone che lo circondano per il semplice motivo che tutti, col loro camice, lì dentro, sono animati dalla stessa volontà. E solo questo importa… Il nostro legame, resterà per la vita!! Perché abbiamo camminato per le strade di Pavia col camice, perché ci siamo messi in gioco e abbiamo preso seriamente il nostro gioco, convinti che dal poco può nascere il molto, e che dentro di noi ancora c’è una scintilla di felicità e ingenuità non corrotta dai mali del mondo…
E arriva la bambina con cinque pupazzi, e arrivano i bimbi che seguono la mucca che non si è sentita bene, e c’è chi ti chiede se il fonendo è vero o è giocattolo, e c’è il bimbo timido, quello che non ha il suo pupazzo, quello che fa il giro tre volte… E poi ci sono le mamme e i papà… “Ogni genere di umanità”, diceva Ale, giusto? Ed è vero… Negli asili come qua... E ti ritrovi a spiegare l’iniziativa, a parlare con persone adulte, ed è tanto bello sentire persone grandi che ti dicono Tutto l’anno dovrebbero esserci queste iniziative, è bello sorridere alle mamme, salutare i loro bimbi, quando vanno via… è bello fare gruppo, aiutare… Essere duttili e malleabili, adattabilissimi a correre qua e là, a inventarsi un’operazione senza né un bisturi né una pinza né una clamp, e usando in alternativa una siringa giocattolo e un abbassalingua, pronti a steccare zampine di cagnolini, gambe di bambole, e quant’altro; riuscire ad estrarre per davvero una chiave dal pancino del cagnolino senza farsi sgamare dalla bimba attenta… Ma soprattutto: va di moda, adesso, mangiarsi le sveglie? XP

È così bello… Poi chiudere, mettere a posto, girare ancora col camice, è finito il tempo di giocare ma è stato magico, e ora godiamoci il riposo… E così ti ritrovi a bere anche tu i succhi dell’EuroSpin, a spostare transenne e chiudere tavoli… E ti ritrovi col Minima Medicamenta in tasca, e poi sei lì a giocare, a lanciarti le penne del SISM, e poi arriva il momento delle telefonate, di parlare alle persone che davvero ti vogliono bene, e ti amano per quella che sei, senza avere la pretesa di cambiarti… Persone che vogliono sapere com’è andata… Ed è bellissimo, mentre chiacchieri in maniera più o meno sconnessa, essere ancora l’unica col camice, e sentirsi dire Che bella che sei, ancora col camice! E passeggiare col fonendo al collo, e il telefono in mano, e mentre parli chiedere Di chi è questa borsa, salutare le signore e i bimbi che sono venuti, ridere e far ciocco, e poi lanciare tutto in macchina… E chi lo sa il mondo cos’ha pensato… E poi andare a mangiare una pizza, e sentire il “discorso di ringraziamento”, e chiacchierare del più e del meno, con tanto di foto di gruppo finale ai magici pupazzologi, alla fresca aria delle notti di maggio…
Aria che non può portare altro che bene…

E non importa quello che accadrà una volta varcata nuovamente la porta di casa, importa solo che sono queste le cose luminose della vita, sono queste le atmosfere magiche che ti uniscono, che curano la tua anima e le danno speranza e amore…

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